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Il protagonista di questo bellissimo libro
scrive sul diario del fratello minore, morto da qualche mese, e ripercorre il suo rapporto con lui, i legami di affetto, il significato della morte mentre attraverso un percorso doloroso, che riesce a fissare sulla carta, trova il coraggio di affrontare e accettare la propria omoses-sualità . Temi difficili ma trattati con grande delicatezza ed efficacia, che lasciano spazio a riflessioni e sensazioni, pensieri e paure che attraversano la mente di molti addolescenti.
Annalisa Brunelli, HaccaParlante 4, dicembre 2005, 96. Le incertezze dei primogeniti
possono anche dipendere da altro: in Fratelli, dell'olandese Ted van Lieshout, (…), il dialogo nasce soltanto dopo la morte del più piccolo, il quattordicenne Maus, quando il sedicenne Luuk, si impadronisce del suo diario per impedire che venga bruciato nel grande falò che la mamma vuol fare con tutte le cose del figlio perduto. Luuk rispetta la privacy del fratello (una fissazione materna) e inizialmente non legge quanto ha scritto, limitandosi a riempire le pagine bianche con le proprie angoscie: si tortura nel dubbio di essere gay. Ai suoi occhi Maus pareva felice, senza problemi. Eppure, quando si ammala, deperendo a vista d'occhio, i medici dichiarano che ha la sindrome del fratello minore, che si sente poco amato. Un errore clamoroso: soltanto con l'autopsia si saprà che è stato colpito da un morbo assai raro, di carattere ereditario. Di fatto, i due ragazzi si ritrovano solo attraverso la pagina scritta, oltre la morte. Il libro, coronato dallo Zilveren Zoen 1997 e dal Deutscher Jugendliteraturpreis 1999, è uno dei pochi in cui i genitori – nonostante i tic e le stramberie – sono all’altezza della situazione.
Teresa Buongiorno, Andersen XXI, 185, ottobre 2002, 31. |