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Hans Hagen

Il gatto e l’aquila
Ci siamo anche noi 6
Con illustrazioni di Philip Hopman
Traduzione dal neerlandese di Laura Pignatti
2002
64 pp. - interno illustrato (22 illustrazioni)
brossurato - 13,7 x 20 cm
Euro 10,00
ISBN 9788887435160


“De kat en de adelaar” vinse nel 1998 il premio
Zilveren Griffel.


 


 

Hans Hagen

è nato nel 1955 a Graveland (NL).

 


 
 


 

Philip Hopman

 


 
 


 

La breve fiaba
ci fa percorrere su un pullman sgangherato chilometri e chilometri di aride strade in Pakistan, mettendoci a confronto con una realtà del tutto lontana dalle nostre modernissime metropoli…
Claudia Camicia, Pagine Giovani 114, XXVI, 4, ottobre-dicembre 2002, 54.

 


 
 


 

Diventare ricco, fare curare mamma,
sottrarre la sorellina all’angolo di quella strada dove è costretta a vendere panini, comprare un pullman nuovo per papà… Magari il santo Salazar lo fa davvero il suo miracolo. Bastano le preghiere giuste e soprattutto un po’ di soldi (forse un po’ di più di un po’), fatti scivolare come offerta attraverso la grata che cinge la sua tomba. Così fantastica Farid, il ragazzino del racconto.
Ogni paese ha i santi che si merita e, in Pakistan, fra Dadu e Sehwan, è venerato questo santo che ha fama di volare alto nel cielo come aquila, e chissà se vorrà fare la grazia alla mamma di Farid di tornare sana, agile, e svelta come un gatto.
Sul pullman scassatissimo di papà che porta uomini e animali, in affollamento e confusione di colori e clamori, al mercato di Sehwan, il bambino vende i suoi biglietti. E vede saettare il gatto nero a terra, e sfrecciare l’aquila nel cielo. Che il santo abbia fatto il suo miracolo, prendendo le preghiere sue e di mamma così alla lettera?
Poetico componimento che risolve all’interno della propria forma, secca, annotativa, propria del taccuino di viaggio da cui è originata (per confidenza finale dell’autore), la sostanza del suo lieto indagare nell’anima di un’infanzia ancora intatta, in bilico fra realtà e fantasia.
Rosella Picech, Alice nel Paese dei Bambini, Il sito sui libri per bambini e ragazzi, Racconti e Romanzi, giugno 2004 in: www.alicenelpaesedeibambini.it

 


 
 


 

"Con le lettere fai le parole.
Con le parole fai le frasi.
Con le frasi fai una storia.
E le storie le fai… in viaggio!
Almeno io faccio così.

Ero in Pakistan.
Viaggiavo lungo il fiume Indo.
In treno, in pullman e con gli asinelli.
Una volta dormii in un albergo.
Ma non dormii a lungo quella notte.
Di mattina scrissi sul diario:

Voci che squillano e gorgheggiano.
Musica forte e melodiosa.
Auto che suonano e bus che rombano.
E questo alle cinque di mattina.
Logico che ti svegli…

Alle otto presi un pullman.
Mi portò da Dadu a Sehwan.
Tutti i posti erano occupati.
Nel corridoio la gente era ammassata.
Perfino sul tetto non c’era più posto.
E continuava ad arrivare altra gente.
Un pullman in Pakistan non è mai troppo pieno!
Un bambino di dieci anni vendeva i biglietti.
Passava in mezzo alla gente agile come un serpente.
Aveva tutto sotto controllo.
Nessuno viaggiava gratis.

 


 
 


 

A Sehwan visitai una splendida moschea.
La moschea con la tomba di Kalandar.
C’era chi pregava e chi leggeva il sacro libro.
Veniva distribuito del pane.
E i fedeli danzavano come matti nella piazza.
Un uomo mi guidò nella moschea.
Mi raccontò di Kalandar.
Disse che il santo a volte cavalcava un leone.
Che volava sotto forma di aquila…
E allora cominciò a frullarmi nella testa.
Le parole sciolte giravano in tondo.
Pullman… pieno… Sehwan…
Kalandar… leone… aquila…
C’erano sempre più parole che giravano.
Il gatto… il ballo… il pullman… il carretto delle noci…
Le annotai in fretta nel mio diario.
Quelle parole sciolte erano i semi.
I semi di questa storia.
Tornato in Olanda i semi cominciarono a crescere.
Mi sedetti al mio computer in soffitta.
Appesi tutt’attorno le foto del viaggio.
Dopo un paio di giorni trovai la prima parola.
La prima parola della prima frase.
Ma poi andò meglio.
Venne a galla la seconda frase.
La terza…
E piano si sviluppò la storia.

Philip Hopman ha fatto i disegni.
Ha osservato bene le mie foto.
Il pullman, i camion, la moschea: tutto esiste realmente.
E se non ci credi, devi metterti in viaggio.
Per Dadu e Sehwan, in Pakistan.
Lì lo vedrai con i tuoi occhi.
Posso venire anch’io?"

Hans Hagen

 


 
 

Poesia che sa di molto, poesia alla ricerca di un posto dove fare breccia, poesia che racconta la storia di molti ma unica nel suo genere.
Il Gatto è l'aquila è infatti una fiaba moderna che ci racconta la vita di Farid, un bambino Pakistano che per aiutare la sua famiglia, ogni giorno, invece che andare a scuola, si occupa, insieme al padre, di trasportare persone e animali da una città all'altra. Farid li fa prima accomodare e poi è pronto a riscuotere il biglietto di tutti.
Grazie a questo piccolo libricino avremo quindi l'assaggio della vita quotidiana di una famiglia Pakistana in cui tutti, padre, madre e figli, si danno da fare per avere del cibo da mettere in tavolo.
Ma chi è quel gatto nero che si aggira furtivamente sul piccolo autobus del padre? Ogni volta Farid prova ad acciuffarlo ma lui, più agile di un leopardo, sparisce. Farid ha notato che anche sua madre ogni giorno, quando l'autobus è in partenza, sparisce, proprio come il gatto...sarà una coincidenza?

Prima di Farid era proprio la mamma ad occuparsi dell'accoglienza ma un incidente gli ha impedito di ritornare al suo vecchio lavoro e per questo Farid ha dovuto rinunciare alla scuola per aiutare il padre. La mamma non fa che pregare Kalandar per ritornare ad essere agile come prima ma se lui finalmente avesse ascoltato le sue preghiere trasformandola in un gatto per fare il viaggio con loro?
Il gatto e l'aquila è sì un piccolo libro ma in realtà contiene una grande storia. Hans Hagen infatti con il suo stile e la sua capacità narrativa è riuscito sia a emozionarmi che a farmi volare in alto, alto, proprio come un aquila.
Sonia, https://www.ilsalottodelgattolibraio.it/2023/02/recensione-il-gatto-e-laquila-di-hans.html

 

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