A Sehwan visitai una splendida moschea.
La moschea con la tomba di Kalandar.
C’era chi pregava e chi leggeva il sacro libro.
Veniva distribuito del pane.
E i fedeli danzavano come matti nella piazza.
Un uomo mi guidò nella moschea.
Mi raccontò di Kalandar.
Disse che il santo a volte cavalcava un leone.
Che volava sotto forma di aquila…
E allora cominciò a frullarmi nella testa.
Le parole sciolte giravano in tondo.
Pullman… pieno… Sehwan…
Kalandar… leone… aquila…
C’erano sempre più parole che giravano.
Il gatto… il ballo… il pullman… il carretto delle noci…
Le annotai in fretta nel mio diario.
Quelle parole sciolte erano i semi.
I semi di questa storia.
Tornato in Olanda i semi cominciarono a crescere.
Mi sedetti al mio computer in soffitta.
Appesi tutt’attorno le foto del viaggio.
Dopo un paio di giorni trovai la prima parola.
La prima parola della prima frase.
Ma poi andò meglio.
Venne a galla la seconda frase.
La terza…
E piano si sviluppò la storia.
Philip Hopman ha fatto i disegni.
Ha osservato bene le mie foto.
Il pullman, i camion, la moschea: tutto esiste realmente.
E se non ci credi, devi metterti in viaggio.
Per Dadu e Sehwan, in Pakistan.
Lì lo vedrai con i tuoi occhi.
Posso venire anch’io?"
Hans Hagen